Posts Tagged ‘animalismo’

Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte!

Nell’immaginario collettivo le mucche sono degli animali che, per loro natura, producono sempre latte e quindi vanno munte 2 o 3 volte al giorno, sennò gli scoppiano le mammelle. Abbiamo in mente questi prati verdi di montagna dove le mucche scorazzano tutto il giorno, col sole ovviamente, e poi alla sera brave brave tornano da sole alla malga per farsi attaccare alle macchine e scaricare tutto quel latte che da loro molto fastidio. In realtà, compiamo una estorsione, un vero e proprio sfruttamento che si corona con il furto finale del latte. Le mucche “da latte”, infatti, sono una razza di mucche speciali: vengono selezionate geneticamente da anni e sono inseminate in laboratorio per produrre quanto più latte possibile per la nostra industria alimentare e, quindi, per la nostra tavola. Dall’età di circa due anni in poi, le malcapitate trascorrono nove mesi di ogni anno di vita in gravidanza. Finito il periodo di gestazione, nascono i vitellini che -pochi giorni dopo la nascita- vengono strappati alle madri con ovvie conseguenze traumatiche.  Affinchè questi cuccioli di mucca non bevano il prezioso latte, vengono rinchiusi in stretti box di legno, dove non si possono né coricare né muovere, e alimentati con sieri industriali privi di ferro ed altri minerali che ne altererebbero la chiarezza delle carni, una volta macellati. Ma lasciamo questi anemici vitellini al loro povero destino, che si compierà dopo appena 10 giorni di vita, e torniamo alla mucca che, a questo punto, è veramente piena di latte da mungere. Essa verrà munta per mesi e mesi, sottraendole il latte che era destinato ai vitellini, che a loro volta le sono stati sottratti appena nati. Con appositi ormoni ed altre diavolerie farmacologiche, verrà indotta a produrre sino a 10 volte la quantità di latte che avrebbe naturalmente prodotto per la sua prole, provocando inoltre mastiti dolorosissime ed altre patologie ossee, che arrivano anche a renderle zoppe ed incapaci di muoversi o di stare in piedi. Dopo soli 4-5 anni di vita in questo stato abominevole, una volta che non produce più tanto latte e che non riesce a stare in piedi, viene destinata al macello senza tanti complimenti. E se non riesce a camminare durante il trasporto, viene trainata per le zampe, con delle corde, che spesso provocano fratture, abrasioni e dolori lancinanti sino al box della macellazione. Allora, avete ancora voglia di bere latte, mangiare formaggi e gustare gelati a base di latte?

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Vegetariani e Vegani senza impazzire!

Uno degli ostacoli principali al cambiamento verso una alimentazione senza crudeltà, è il timore di non sapere cosa mangiare e cosa cucinare una volta che si è diventati vegetariani o, peggio, vegani (coloro i quali non mangiano nemmeno le uova e tutti i prodotti derivati dal latte). E’ come se nella mente si aprisse un buco, una voragine e di colpo diventasse impossibile capire cosa mangiare. Uno dei principali errori che si compiono all’inizio di questo percorso, è farsi un giro nei negozi “biologici” ed acquistare cose strane, mai viste prima, che si chiamano “tofu”, “seitan”, “muscolo di grano” e via dicendo, pensando che si debbano mangiare queste cose nuove per non morire. Personalmente sono contrario all’uso di questi prodotti che, sebbene utilissimi ed anche buoni, non ritengo facciano proprio parte della nostra tradizione culinaria ed anzi introducono un elemento di confusione ulteriore nella dieta del neo-vegetariano/vegano. Il mio consiglio è di virare la vostra dieta verso la semplicità, verso ingredienti del nostro territorio che ben conosciamo (legumi, cereali, ect.) ovvero tutti quegli alimenti ricchi di proteine vegetali provenienti dalla nostra tradizione gastronomica. Alternate nei vostri pasti i legumi, di cui è presente una varietà pressochè infinita, con i cereali ricchi di fibre e proteine vegetali, come la segala, il kamut, oppure le noci e semi vari, come di zucca o di girasole. Non costringetevi a ricercare proteine alternative e “strane”, che non sapete bene nemmeno come cucinare. Fate questi esperimenti più avanti, c’è tempo per esplorare nuove tradizioni sulla tavola.  Cercate quindi di preparare dei cibi semplici, veloci e ricchi di sostanze nutritive, avendo sempre una particolare attenzione alla varietà. Questo sarà sicuramente un buon modo per iniziare il vostro percorso vegetariano e per proseguire negli anni con la corretta alimentazione.

#003 Pomodori secchi sott’olio

Sicuramente un modo fantastico per avere il sapore del sole d’estate sulla tavola anche nei mesi invernali, preparare dei barattoli di pomodori secchi non solo è utile alla vostra dispensa, ma anche rilassante e fonte di una certa soddisfazione. Non regalateli ad amici e parenti: non li apprezzano mai a sufficienza e, comunque, non come li apprezzate voi, che li avete preparati.

Il pomodoro praticamente non ha calorie, ma molti minerali ed oligoelementi, oltre a moltissime vitamine.

Ovviamente questa preparazione deve essere eseguita d’estate, stagione in cui si trovano i migliori pomodori, meglio se a fine agosto, quando il sole è ancora bollente e i pomodori sono perfetti per questa ricetta.

INGREDIENTI PER 4 barattoli

– 2 kg di pomodori San Marzano sodi (quelli lunghi, le “butaline”)

– peperoncini secchi

– capperi sotto sale

– alloro

– sale non sofisticato

– olio di oliva di qualità

TEMPO

45 minuti + 10 giorni per essicazione + 2 giorni per asciugatura

COSTO PER 4 barattoli

10 euro

DIFFICOLTA’

***

PREPARAZIONE

Lavate i pomodori, che non devono essere nè troppo maturi nè crudi, e tagliateli in 4 longitudinalmente. C’è chi li taglia in due, ma io suggerisco di farli in 4. Adagiateli su di una tavola di legno pulita, grattategli sopra del sale grosso con un macina pepe, e ponete al sole dal mattino alla sera per 10 giorni di esposizione. Non metteteli sopra il traffico, ma in un posto riparato e tranquillo dalle polveri, possibilmente. Abbiate cura di coprirli o ritirarli la sera, per evitare che di notte assorbano l’umidità dell’aria. Rigirateli, inoltre, una volta al giorno. In questo modo perderanno piano piano tutta la loro acqua, restando belli secchi e pronti per proseguire la ricetta. Una volta seccati, gettateli  velocemente in acqua bollente con un pò di aceto bianco, per 3-5 minuti al massimo. Poneteli ben scolati e strizzati su dei canovacci, e lasciate riposare per 2 giorni. A questo punto, prendete i barattoli precedentemente sterilizzati, e cominciate a riempirli coi pomodorini a strati e verticalmente, frapponendo dei peperoncini secchi sminuzzati, dei capperi salati e 2 foglie intere di alloro per barattolo. Arrivati a metà barattolo, riempitelo di olio extravergine e compattate bene con un cucchiaio, in modo da fare uscire l’eventuale aria tra i pomodori. Continuate a riempire coi pomodori e, una volta raggiunto un dito dall’orlo, riempite di olio e schiacciate nuovamente per rimuovere tutta l’aria. L’ultimo strato di pomodori deve essere completamente ricoperto di olio. Lasciate i barattoli aperti per un giorno ancora, in modo da poter fare uscire eventuale aria residua e procedere, se necessario, ad un rabbocco di olio! Procedere alla chiusura e conservare nella dispensa, lontano dal sole. Se non si vogliono mettere via i pomodori sott’olio, è sempre possibile conservarli in un sacchetto di plastica ben chiuso, al riparo dalla luce. Consumateli insieme ad una fetta di pane integrale caldo, oppure con una focaccia fragrante…Vedrete, vi scalderanno il cuore nelle fredde serate d’inverno!

Metti un vegetariano a cena…

Il panico è classico: “Oddio ma tu sei vegetariano, e cosa ti faccio da mangiare?” Capita sovente ai vegetariani che ricevono un invito a cena da amici, che di colpo si rendono conto che non mangi nè carne nè pesce e, come d’incanto, restano spiazzati e cadono nel panico. Stavano già organizzando nella loro testolina la sequenza delle portate da preparare ma, improvvisamente, vedono spegnersi le lampadine nella testa una dopo l’altra e restano in stand-by.

La pronta risposta del vegetariano non è così semplice, anzi, è molto articolata. In realtà occorre premettere che, se pensate ad una cena o un pranzo “comune” (a base di corpi di animali uccisi, per intenderci), con tutti i piatti messi sulla tavola, una buona parte di essi, ma comunque meno della metà, non rientrano nella dieta vegetariana. Ma in realtà, se ci pensate bene, un vegetariano a cena non è una iattura, anzi, ma una persona molto facile da accontentare.

Vanno bene tutti gli antipasti che in genere preparate, ovviamente non le portate di salumi o pesce crudo o insalate di mare, ma una ottima insalata russa (magari senza tonno e anche senza uova, se avete un vegano a tavola), una insalata capricciosa, dei voul a vent, una insalata di patate, del formaggio caprino, tartine varie, della pizza o focaccia.. insomma potrei continuare ad elencarvi una lista infinita di antipasti.

Vogliamo parlare dei primi? La pasta e il riso, per loro natura, sono squisiti con salsa di pomodoro, capperi, verdure, zafferano, zucchini. La varietà di zuppe, a base di legumi, è infinatamente straordinaria. Lasagne bianche al pesto o ai carciofi sono una vera delizia. Secondi ce ne sono a volontà, senza costringervi a comperare strane suole di seitan che assomigliano a hamburger o bistecche! Patate, asparagi al forno, finocchi al forno, cavolo al forno, tegami di fagioli alla texana, e mille altre ricette. I dolci, specie se a base di frutta, sono una vera passeggiata da preparare in stile “vegan”.

Ecco dimostrato come non sia una disgrazia avere a cena un vegetariano, anzi, casomai rappresenta una occasione per rendersi conto che si può cenare, in compagnia, senza uccidere animali o senza consumare prodotti di origine animale. E pazienza se il nostro palato deve rinunciare a qualche sapore eccellente: meglio rinunciare al ragù che digerire nello stomaco la sofferenza di un povero manzo.

bicchierino bodrum

#001 Vellutata di Cannellini e rosmarino

Questa ricetta nasce la notte di Natale. Vi spiego: una mia amica di infanzia, Nicoletta, al superbo cenone di Natale, ha stupito tutti quanti noi commensali con la portata principale. E’ arrivata in tavola questa profumatissima vellutata, morbida al palato, rotonda nel suo sapore, ed eccezionalmente gustosa nella sua delicata gamma di sapori. Come non riprenderla e ripresentarla sulla mia tavola? La preparazione è semplice e veloce, e gli ingredienti sono veramente basilari.

100 grammi di fagioli cannellini forniscono soltanto 76 calorie, sono una ottima fonte di proteine vegetali, completa e ricca di tutti i minerali. Sono anche ricchi di carboidrati, pur avendo un contenuto lipidico basso. I fagioli sono un alimento ricco di glucodrine, sostanze in grado di ridurre sensibilmente la glicemia nel sangue, quindi adatti per i diabetici, in quantità moderate. La presenza di lecitina, un fosfolipide che favorisce l’emulsione dei grassi evitando il loro accumulo nel sangue, rende i fagioli un alimento adatto per la prevenzione delle ipercolesterolemie. Una volta si diceva: “I legumi sono la carne dei poveri”, ed in effetti è proprio vero: pur costando pochissimo, al contrario della carne appunto, forniscono un altissimo livello di proteine seppur vegetali.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE

– 2 scatole di fagioli cannellini da 400 grammi

– 4 rametti di rosmarino fresco

– sale non sofisticato

– olio di oliva di qualità

– 1 spicchio di aglio

– pepe

– pane a cassetta integrale

TEMPO

45 minuti

COSTO PER 4 PERSONE

6 euro

DIFFICOLTA’

*

PREPARAZIONE

Scolate il contenuto delle due lattine di fagioli cannellini, che consiglio di comperare di provenienza biologica. Lavate bene i 4 rametti di rosmarino, asciugateli e togliete le foglioline, separando il fusto del rametto. Nel contempo prendete una pentola alta una spanna, mettete 4 cucchiai di olio di oliva, e fate leggermente soffriggere lo spicchio d’aglio schiacciato col cucchiaio insieme alle foglie di rosmarino, giusto il tempo di indorare la camicia dell’aglio. Aggiungete nella pentola i fagioli cannellini, 4 bicchieri di acqua e mescolate per 3-4 minuti a fiamma viva, dopodichè togliete lo spicchio d’aglio e coprite. Fate sobbollire per 30-45 minuti a fuoco lento, mescolando di tanto in tanto. Il rosmarino avrà sparso per la cucina il suo profumo, e i fagioli avranno cominciato a sciogliersi lentamente. Passati 45 minuti, togliete dal fuoco e immergete il frullatore a braccio nella pentola, sino a che il risultato non sarà una crema vellutata e passata finemente. Durante la cottura potete aggiungere ancora dell’acqua, oppure -se la vellutata è troppo densa- aggiungetela alla fine della cottura. Regolate di sale e, se gradito, di pepe. Preparate a parte dei crostini, tagliando del pane a cassetta integrale, o altro pane casereccio. Basterà passare i dadini di pane al forno, con una spennellata di olio, per 5 minuti a 180 gradi.  Servite bella calda in un piatto fondo, aggiungendo i crostini appena prima di portare in tavola. Il successo di questo piatto, il suo profumo, il suo colore delicato, punteggiato dal verde delle foglioline di rosmarino fresco, delizierà il palato vostro e dei vostri ospiti. Grazie Nicoletta!

oggi nasce “Ricette senza Crudeltà”

L’idea è semplice: un blog per pubblicare e diffondere ricette vegane e vegetariane, ma non solo. Un luogo virtuale dove confrontarsi di cucina, di vegetarianesimo, di stili di vita, di salute e etica nei confronti degli animali e della natura. Ogni giorno, per 365 giorni, pubblicherò un post con delle idee per un buon pranzetto, ma anche con delle riflessioni e dei commenti inerenti l’alimentazione e la scelta vegetariana, con particolare attenzione alla sensibilità e ai diritti degli animali. Un vero e proprio ricettario, con nuove e vecchie proposte, ma anche tanti spunti per confrontarsi. Ovviamente aspetto il vostro contributo, le vostre riflessioni e i vostri suggerimenti. Allora… si parte!!!!

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