Nell’immaginario collettivo le mucche sono degli animali che, per loro natura, producono sempre latte e quindi vanno munte 2 o 3 volte al giorno, sennò gli scoppiano le mammelle. Abbiamo in mente questi prati verdi di montagna dove le mucche scorazzano tutto il giorno, col sole ovviamente, e poi alla sera brave brave tornano da sole alla malga per farsi attaccare alle macchine e scaricare tutto quel latte che da loro molto fastidio. In realtà, compiamo una estorsione, un vero e proprio sfruttamento che si corona con il furto finale del latte. Le mucche “da latte”, infatti, sono una razza di mucche speciali: vengono selezionate geneticamente da anni e sono inseminate in laboratorio per produrre quanto più latte possibile per la nostra industria alimentare e, quindi, per la nostra tavola. Dall’età di circa due anni in poi, le malcapitate trascorrono nove mesi di ogni anno di vita in gravidanza. Finito il periodo di gestazione, nascono i vitellini che -pochi giorni dopo la nascita- vengono strappati alle madri con ovvie conseguenze traumatiche. Affinchè questi cuccioli di mucca non bevano il prezioso latte, vengono rinchiusi in stretti box di legno, dove non si possono né coricare né muovere, e alimentati con sieri industriali privi di ferro ed altri minerali che ne altererebbero la chiarezza delle carni, una volta macellati. Ma lasciamo questi anemici vitellini al loro povero destino, che si compierà dopo appena 10 giorni di vita, e torniamo alla mucca che, a questo punto, è veramente piena di latte da mungere. Essa verrà munta per mesi e mesi, sottraendole il latte che era destinato ai vitellini, che a loro volta le sono stati sottratti appena nati. Con appositi ormoni ed altre diavolerie farmacologiche, verrà indotta a produrre sino a 10 volte la quantità di latte che avrebbe naturalmente prodotto per la sua prole, provocando inoltre mastiti dolorosissime ed altre patologie ossee, che arrivano anche a renderle zoppe ed incapaci di muoversi o di stare in piedi. Dopo soli 4-5 anni di vita in questo stato abominevole, una volta che non produce più tanto latte e che non riesce a stare in piedi, viene destinata al macello senza tanti complimenti. E se non riesce a camminare durante il trasporto, viene trainata per le zampe, con delle corde, che spesso provocano fratture, abrasioni e dolori lancinanti sino al box della macellazione. Allora, avete ancora voglia di bere latte, mangiare formaggi e gustare gelati a base di latte?
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28 Gen
Metti un vegetariano a cena…
Il panico è classico: “Oddio ma tu sei vegetariano, e cosa ti faccio da mangiare?” Capita sovente ai vegetariani che ricevono un invito a cena da amici, che di colpo si rendono conto che non mangi nè carne nè pesce e, come d’incanto, restano spiazzati e cadono nel panico. Stavano già organizzando nella loro testolina la sequenza delle portate da preparare ma, improvvisamente, vedono spegnersi le lampadine nella testa una dopo l’altra e restano in stand-by.
La pronta risposta del vegetariano non è così semplice, anzi, è molto articolata. In realtà occorre premettere che, se pensate ad una cena o un pranzo “comune” (a base di corpi di animali uccisi, per intenderci), con tutti i piatti messi sulla tavola, una buona parte di essi, ma comunque meno della metà, non rientrano nella dieta vegetariana. Ma in realtà, se ci pensate bene, un vegetariano a cena non è una iattura, anzi, ma una persona molto facile da accontentare.
Vanno bene tutti gli antipasti che in genere preparate, ovviamente non le portate di salumi o pesce crudo o insalate di mare, ma una ottima insalata russa (magari senza tonno e anche senza uova, se avete un vegano a tavola), una insalata capricciosa, dei voul a vent, una insalata di patate, del formaggio caprino, tartine varie, della pizza o focaccia.. insomma potrei continuare ad elencarvi una lista infinita di antipasti.
Vogliamo parlare dei primi? La pasta e il riso, per loro natura, sono squisiti con salsa di pomodoro, capperi, verdure, zafferano, zucchini. La varietà di zuppe, a base di legumi, è infinatamente straordinaria. Lasagne bianche al pesto o ai carciofi sono una vera delizia. Secondi ce ne sono a volontà, senza costringervi a comperare strane suole di seitan che assomigliano a hamburger o bistecche! Patate, asparagi al forno, finocchi al forno, cavolo al forno, tegami di fagioli alla texana, e mille altre ricette. I dolci, specie se a base di frutta, sono una vera passeggiata da preparare in stile “vegan”.
Ecco dimostrato come non sia una disgrazia avere a cena un vegetariano, anzi, casomai rappresenta una occasione per rendersi conto che si può cenare, in compagnia, senza uccidere animali o senza consumare prodotti di origine animale. E pazienza se il nostro palato deve rinunciare a qualche sapore eccellente: meglio rinunciare al ragù che digerire nello stomaco la sofferenza di un povero manzo.
28 Gen
oggi nasce “Ricette senza Crudeltà”
L’idea è semplice: un blog per pubblicare e diffondere ricette vegane e vegetariane, ma non solo. Un luogo virtuale dove confrontarsi di cucina, di vegetarianesimo, di stili di vita, di salute e etica nei confronti degli animali e della natura. Ogni giorno, per 365 giorni, pubblicherò un post con delle idee per un buon pranzetto, ma anche con delle riflessioni e dei commenti inerenti l’alimentazione e la scelta vegetariana, con particolare attenzione alla sensibilità e ai diritti degli animali. Un vero e proprio ricettario, con nuove e vecchie proposte, ma anche tanti spunti per confrontarsi. Ovviamente aspetto il vostro contributo, le vostre riflessioni e i vostri suggerimenti. Allora… si parte!!!!